10 Gen Sacchidicinismo #raccontacose – Progressivamente
Da piccola avevo una bambola.
Era di plastica, bionda, occhi azzurri che mi fissavano, a meno che io non decidessi di metterla in orizzontale.
Aveva un cassettino dietro alla schiena con un disco che le faceva ripetere quattro o cinque parole al massimo.
Sempre quelle.
Random, senza cognizione di causa.
Ovvio, era una bambola di plastica. Non aveva colpe per la sua ottusa monotonia.
Poi sono diventata adulta, è arrivato il progresso, la rivoluzione tecnologica.
Oggi, esistono dei cilindri che rispondono a qualsiasi domanda, parlano un sacco, sanno un tantissime cose.
È cambiato tutto.
Le persone, pur non avendo sportellini dietro la schiena, ripetono sempre le stesse quattro o cinque frasi, copia incollano concetti di terzi prendendoli per buoni, le domande le fanno ai cilindri di plastica e loro non se ne fanno più.
Forse chiudono pure gli occhi se li metti in orizzontale. Ma non ho provato.
Insomma, quando ero piccola, non lo sapevo che il progresso fosse il momento in cui le cose di plastica possedevano più concetti delle persone in carne e ossa.
– Siri, perché gli esseri umani, a volte, sono così coglioni?
“Non è carino da parte tua”
Ecco, a volte le cose di plastica sono pure più empatiche.
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